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    Identikit Il mondo delle piante Rubrica: Il Filo di Arianna

    Leggende e miti sull’Elleboro, rosa di Natale

    By Arianna Mazzarini
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    Secondo la medicina tradizionale cinese l’inverno nel ciclo delle stagioni é il periodo di massimo yin, ovvero la massima concentrazione dell’energia verso l’interno.

    L’inverno con le sue poche ore di luce è una stagione che chiede di riposare a tutti gli esseri viventi nessuno escluso, infatti il seme riposa sotto la terra, la linfa degli alberi riposa all’interno delle radici e alcuni animali vanno in letargo o riducono al minimo le loro funzioni.

    Ciò nonostante ci sono dei fiori che trovano la forza di sbocciare anche con le temperature più basse, uno dei protagonisti di questo periodo è l’Helleborus Niger, elleboros, termine formato da due parole che tradotte significano far morire e nutrimento, tale nome lo si deve alle sostanza contenute nella pianta, infatti, l’elleboro è una pianta altamente velenosa in tutte la sue parti.

    E’ una ranunculacea alta non più di 40 centimetri, dalle foglie sempreverdi, coriace, palmato-lobate e di color verde scuro, è detto anche rosa di Natale perché i suoi fiori bianchi dalle antere dorate sbocciano da dicembre in poi, quasi a simboleggiare con i loro colori l’alba del solstizio invernale e l’oro del sole nuovo. La si può coltivare nel giardino o nei balconi delle nostre case, è una pianta perenne originaria dell’europa e dell’asia meridionale.

    È una pianta dalla simbologia cristiana, infatti si racconta che i Magi erano arrivati alla grotta di Betlemme portando i doni per il Salvatore annunciato dalla cometa. Una pastorella che passava di lì vedendo quei magnifici doni si disperó perché non aveva nulla da offrirgli; e già stava piangendo quando vide sbocciare dalla neve proprio degli Hellebori bianchi e dorati che lei poté donare al Bambin Gesù.

    Secondo la mitologia greca invece si narra che Melampo, l’uomo dai piedi neri, che capiva il linguaggio degli animali ed era

    capace di curare i malati restituendo loro la salute, guarì dalla follia le figlie di Preto, re di Tirinto, mescolando l’Elleboro all’acqua della fonte dov’erano solite bere. Sicché la pianta venne ritenuta nei secoli un efficace rimedio contro le malattie mentali e non solo, infatti veniva consigliato anche come putativo e vermifugo; ora non lo si usa più per via dei suoi glucosidi che possono provocare vomito, sonnolenza collasso e persino la morte.

    Un altra specie di Elleboro è l’Helleboro Viridis che ha foglie decidue e fiori a coppa giallo-verdi, è detta “erba nocca” in Toscana dove secondo la tradizione contadina si considera un ottimo oroscopo per l’agricoltura: il raccolto sarà abbondante se ha quattro ciuffi, mediocre con tre e pessimo con due.

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