La potatura di un albero è una pratica eseguita in città come in campagna. Solitamente viene svolta per conferire un aspetto piacevole all’arbusto o per aumentarne la produzione dei frutti. Anche se alcuni tipi di potatura non sono invasivi e sono spesso consigliati, in natura una pianta non avrebbe bisogno di essere potata, se viene potata spesso è per un bisogno dell’uomo, non della pianta.
La potatura è un intervento che mira a ridurre la chioma dell’albero, tagliando alcuni rami. Questo può portare l’arbusto ad avere meno superficie fogliare a disposizione per prendere la luce del sole,utile alla fotosintesi, mettendo così in moto un meccanismo di auto rigenerazione molto potente infatti più la pianta viene potata è più questa risponde con nuovi getti e nuova chioma.
Molto spesso le potature vengono fatte frettolosamente e in maniera eccessiva potando anche rami di grandi dimensioni. Questi interventi possono causare alle pianta malattie di vario genere che accorciano inevitabilmente la vita degli esemplari. Le conseguenze purtroppo spesso sono talmente lente nella loro manifestazione che non ci si rende conto del danno effettivo che si va a compiere con una potatura sbagliata infatti una pianta che potrebbe durare secoli si trova spesso a non raggiungere i 100 anni .
Spesso, a causa di poca lungimiranza, si piantano alberi in luoghi non opportuni e questo comporterà la necessità di interventi di potatura sostanziali, che porteranno a risposte importanti della pianta che fa di tutto per sopravvivere perciò gli anni successivi ci saranno ancora più tagli da fare e così via.
No alla capitozzatura

La capitozzatura è proprio uno dei tagli più invasivi per la pianta. La si mette in condizioni di digiuno fogliare, questo ovviamente comporterà una risposta della stessa immediata e molto forte, ma con rami sottili che poco hanno a che vedere con un fusto vero e proprio. La capitozzatura è un vero massacro per la pianta che vivrà molto meno e apparirà mutilata danneggiandone anche quindi l’aspetto estetico.

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