Il peperoncino non è solo una pianta facile da coltivare o un utile amico in cucina, ma è sempre più apprezzato anche per i suoi effetti benefici. In particolare effetti analgesici, antinfiammatori e contro il colesterolo nel sangue.
Prima di iniziare la lettura vi ricordiamo che abbiamo anche consigli su come realizzare la vostra piantagione di peperoncini in casa e su come misurare la piccantezza tramite la famigerata Scala di Scoville, leggi tutto cliccando qui.
Partiamo dalla chimica per analizzare i vari benefici: i flavonoidi e i capsaicinoidi sono dei composti presenti in abbondanza all’interno della pianta. Inoltre sono presenti le vitamine A, B2, C, E, PP e olii essenziali. Proprio a loro si devono i principali effetti benefici.
Uno dei primi benefici riguarda da vicino chi soffre di diabete e chi deve controllare il proprio livello di zuccheri nel sangue. Infatti, una recente indagine del 2013 ha dimostrato come il consumo di una piccola quantità di peperoncino nel corso di un normale pasto è in grado di controllare in modo efficace i livelli di insulina nelle ore successive. Nel dettaglio, i dati raccolti hanno evidenziato che in seguito al consumo di peperoncino i livelli di insulina necessari per abbassare il contenuto di zuccheri nel sangue avevano subito la sorprendente riduzione del 60%. Ancora non si sa quali siano esattamente i meccanismi che legano la capsaicina con la riduzione dei livelli sanguigni di insulina, ma di certo la notizia è accolta con grande soddisfazione da chi soffre di diabete. È infatti semplice ed economico aggiungere del peperoncino ad un pasto, ricavandone così importanti effetti benefici sulla salute.
Gli importanti effetti antiinfiammatori e analgesici sono dovuti all’intervento della capsaicina sui neuro peptidi associati ai processi di infiammazione. È stato dimostrato che il consumo regolare di peperoncino può migliorare la qualità della vita alle persone che soffrono di malattie autoimmuni, tra cui l’artrite reumatoide. Ugualmente dimostrato è l’effetto molto simile tra antidolorifici tradizionali e il consumo di peperoncino. La capsaicina è contenuta in medicinali utilizzati attualmente come antidolorifici per interventi dentistici, emicrania, travaglio, artrite ed altre affezioni dolorose più o meno gravi.
Il peperoncino è anche un utile alleato per chi soffre di problemi più comuni, come difficoltà nel processo di digestione, o contro le malattie stagionali come raffreddore, febbre, sinusite e bronchite. Queste virtù sono dovute principalmente alla capsaicina, in grado di aumentare la secrezione di muco e di succhi gastrici. In ultimo il peperoncino stimolando la peristalsi intestinale favorisce il transito e l’evacuazione, e il più rapido passaggio intestinale in sinergia col potere antibatterico ed antimicotico evita la fermentazione e la formazione di gas intestinali e di tossine, in particolare le tossine della candida albicans.
Come ogni sostanza o medicinale, bisogna comunque prestare attenzione perché non mancano le controindicazioni. In particolare per coloro che soffrono di ulcera, gastroenterite, cistite, emorroidi e epatite. Sia donne in incinta che bambini dovrebbero limitarne l’uso in quanto il presentano un processo digestivo più delicato degli altri.
Altra controindicazione è fondamentale per chi tratta il peperoncino in cucina, infatti quando lo si taglia è opportuno proteggere viso e mani per non provocare irritazioni. Mai toccarsi gli occhi dopo aver maneggiato il peperoncino. Non sono rari i casi di congiuntivite dovuta al contatto con i semi di peperoncino. Altra informazione utile riguarda il contatto tra la pianta e le ferite aperte e le abrasioni: assolutamente da evitare per pericolo di allergie e di infiammazioni.