Una nuova tipologia di bevanda è da qualche anno presente nelle nostre tavole. Stiamo parlando della birra artigianale. Una realtà che ha preso piede nei nostri stili di vita, sempre più attenti alla natura e alla qualità di ciò che compriamo e mangiamo.
Inutile quindi nascondere che le birre artigianali stanno riscuotendo sempre maggior successo. In particolare per quanto riguarda i giovani, vantando nei consumi un tasso di crescita superiore sia al vino che ai superalcolici. Un successo che rappresenta anche un’importante fonte di reddito per la produzione agricola.
Ma cosa si intende per birra artigianale? Sappiamo fin troppo bene che spesso è difficile, se non impossibile, leggere le etichette o, in generale, avere più informazioni sul produttore o sui processi di lavorazione del prodotto. Per questo è importante conoscere bene l’argomento in questione.
Requisito per una birra artigianale è la non pastorizzazione, ossia quel processo che sterilizza un prodotto ai fini della lunga conservazione. Per sterilizzazione si intende un processo di risanamento termico applicato ad alcuni alimenti allo scopo di minimizzare i rischi per la salute dovuti a microrganismi patogeni sensibili al calore come batteri, funghi e lieviti. La mancata sterilizzazione non crea danni né al consumatore né al prodotto stesso, pertanto la birra artigianale è assolutamente sicura.
Altra caratteristica comune alla grande maggioranza delle birre artigianali è il fatto di non essere filtrate. Ciò permette alla birra di mantenere tutte quelle componenti fondamentali per formare un determinato profilo organolettico deciso dal mastro birraio. Infine una birra artigianale non deve avere aggiunte di conservanti e/o altri additivi chimici.
Andando ad osservare lo scenario italiano, si possono dividere i produttori di birra artigianale a seconda dell’utilizzo dei locali a disposizione in tre categorie:
– le microbirrerie, un’azienda che produce birra che non viene consumata in locali attigui alla produzione, ma viene imbottigliata, infustata ecc… e venduta all’esterno;
– i brewpub, si tratta di una birreria, o più raramente di un ristorante, che produce e serve direttamente ai clienti la propria birra. Spesso l’impianto è “a vista” per far comprendere immediatamente al cliente la tipologia del locale.
– i beer firm (o Gypsy Brewery), è colui che produce la propria birra pur non avendo nessun impianto di proprietà; possiamo parlare anche di Birrificio Itinerante. Il Mastro Birraio si rivolge a un Birrificio commissionandogli la propria birra, e a volte senza partecipare al processo “creativo”, mentre altre, prende il posto del proprietario del birrificio stesso.