La pubblicazione del rapporto Living Planet 2014 del WWF lascia poco margine alla speranza. Il nostro stile di vita non è più sostenibile e lo stato del nostro pianeta ne è la prova più immediata.
Prima di scendere nel dettaglio, andiamo a spulciare alcuni numeri. Secondo il rapporto, le popolazioni di pesci, uccelli, mammiferi, anfibi e rettili sono diminuite del 52% dal 1970. Le specie di acqua dolce hanno sofferto un declino del 72%, una perdita quasi doppia rispetto alle specie terrestri e marine.
Le cause di questo disastro sono da ricercare, da un lato nell’aumento incontrollato del numero della popolazione mondiale e dall’altro nell’uso non sostenibile delle risorse naturali.
Infatti, per il 2050, secondo una previsione ONU, la popolazione mondiale toccherà quota 9.6 miliardi, mentre nel 2100 le previsioni dicono che saremo in 11 miliardi di persone. Una crescita fortissima che crea non pochi squilibri nel nostro fragile mondo.
La minaccia maggiore alla biodiversità deriva dalla combinazione tra l’impatto della perdita di habitat e il loro degrado. Pesca e caccia (compreso anche il problema del bracconaggio) sono altre minacce significative. I cambiamenti climatici stanno diventando sempre più preoccupanti e come documentato da numerose ricerche raccolte nel rapporto, i cambiamenti climatici sono già responsabili della possibile estinzione di diverse specie.
Il rapporto Living Planet Report 2014 mostra inoltre come l’impronta ecologica , ossia quel fattore che misura il consumo di natura causato dall’umanità, continui a crescere in maniera eccessiva.
Il rapporto Living Planet Report 2014 è la decima edizione della pubblicazione edita ogni due anni dal WWF. Con il sottotitolo ‘Specie e spazi, gente e luoghi’ il rapporto monitora le popolazioni di oltre 10.000 specie di vertebrati dal 1970 al 2010 utilizzando il Living Planet Index – un database realizzato dalla Zoological Society of London. Il rapporto misura inoltre l’impronta ecologica umana predisposta dal Global Footprint Network.
Per un’accurata analisi dei danni che l’uomo sta creando al proprio pianeta, rimandiamo alla lettura della sintesi in italiano del rapporto consultabile qui.